Poco dopo aver lasciata la A4, osservando, dal basso verso l’alto la sequenza degli scavalchi sull’autostrada, uno di questi, prima del sovrappasso della metropolitana MM2 e della galleria che sottopassa la SS11 e il Naviglio della Martesana,  ci appare totalmente diverso da tutti quelli realizzati lungo il percorso di 32 km;  la segnaletica dei corsi d’acqua indica CANALE VILLORESI.

Trattasi di un percorso fluviale di 86 km che da 125 anni porta acqua dal Ticino: dopo lo scavalco della TEEM a circa 10 m. d’altezza più avanti, superato il Naviglio della Martesana, scaricherà le sue acque nell’Adda poco prima di Cassano. E’ considerato uno dei canali artificiali più lunghi d’Italia.

Dal fiume Adda nasce a Concesa il Naviglio della Martesana, un canale artificiale realizzato nel 1471, un percorso di 39 km. fino a Milano. A metà circa del suo percorso, in quel di Bellinzago, per la prima volta è sottopassato da una importante arteria stradale, diversamente dalle restanti vie fluviali che la TEEM supererà con scavalco prima del termine del suo percorso di 32 km.

Il torrente Molgora nasce da due rami nei Comuni di Colle Brianza e S.Maria Hoè nel territorio Meratese. Superate le località di Olgiate Molgora, Usmate Velate e Vimercate più a valle, superato Caponago, entra a Pessano con Bornago ove sottopassa il canale Villoresi e proseguendo in direzione Sud attraversa l’abitato di Melzo. Dopo essere stato scavalcato anche dalla SP4 Rivoltana, al termine del suo percorso di 38 km. confluirà, fra Lavagna e Cavaione, nel canale Muzza.

Il canale Muzza nasce a partire dall’anno 1220 dal fiume Adda, a Nord di Cassano. E’ considerato il primo canale artificiale in Italia, in assoluto uno dei primi in tutto il mondo. Altro primato che possiamo aggiungere è quello di essere stato superato nel tratto di  una quindicina di km. (da Albignano a Paullo) da tutti e tre i “protagonisti” della trasformazione epocale del territorio: quadruplicamento ferroviario, BreBeMi e ora la Teem.

Sottopassata la strada Rivoltana a Truccazzano, fra Lavagna e Cavaione, come già detto, riceve le acque del Molgora, “evento unico in Europa di un corso d’acqua naturale che si immette in uno artificiale”. A Paullo riceve le acque della Muzzetta e di altre rogge, ma cosa più importante, una parte delle sue acque si stacca dando origine al colatore Addetta che andrà a immettersi nel Lambro a Melegnano.

Dopo Paullo il Muzza prosegue nella Provincia di Lodi superando Mulazzano, Tavazzano, Lodi Vecchio e Cornegliano Laudense per ritornare dopo 60 km. nell’Adda a Castiglione d’Adda.

Il fiume Lambro nasce dai monti appena sopra il Ghisallo; lungo 134 km, dopo aver incrociato nella zona Est di Milano il Naviglio della Martesana, nei pressi di Orio Litta confluisce nel Po.

Con uno spettacolare viadotto lungo oltre 1 km la Teem si presenta all’interconnessione con la A1 con una imponente opera che, a circa 25 m. d’altezza, superato il Lambro e le due linee ferroviarie (alta velocità e storica) si raccorda con l’autostrada del sole A1.

 Per quanto attinente quest’ultimo percorso fluviale abbiamo scelto di lasciare a chi ci legge il piacere di “navigare” lungo questo fiume accompagnati dalle parole a commento de “IL FIUME LAMBRO SI RACCONTA”, un audiovisivo realizzato dal Circolo Fotografico Monzese visibile al Codice 69.01 con il titolo indicato.
 

”In uno scritto dell’ottocento una mia storia veniva concentrata in una breve frase: il Lambro, grosso torrente, formato  da una fontana intermittente chiamata Menaresta,  al Piano Rancio sotto il Pian Tivano discende ora celato ora latente fino a Lasnigo, piccola terra nel cuore della vallata, quindi ingrossato dal colatoio delle montagne piglia un corso più regolare tagliando in due porzioni il paese. Dopo aver toccato ad occidente il lago Pusiano fra coste di puddinga si getta sulla Brianza e passando per Monza e Melegnano, bagnando la provincia di Lodi toccando il pavese va a scaricarsi un po’ verso corte S.Andrea. Una ben scarsa descrizione per il mio percorso lungo 130 km che vi  voglio raccontare da questo punto tra le nebbie del  mattino ove il grande padre Po riceve le mie acque che si mescolano con le sue portando tutte le tracce della mia storia incominciata tra le montagne della Valassina.

Dalla sorgente Menaresta tra i boschi di S.Primo il mio rigagnolo è diventato via via più grande attraversando piccoli centri della valle per arrivare fino ai laghi di Alserio e Pusiano.

Vicino al lago di Alserio il nove agosto del 1160 divampò da Tassera e  poi attorno al Castello di Carcano una violenta battaglia fra le forze di Comuni e l’esercito imperiale di Federico 1° Barbarossa che fu costretto a ripiegare su Como rischiando di annegare nelle paludi che allora circondavano il lago.

Il lago di Pusiano alimentato dalle mie acque e collegato a quelle di Alserio è particolarmente ricco di fauna che trova cibo e rifugio anche nelle stagioni più fredde. Le acque del lago di Pusiano, care a scrittori e poeti, offrono spettacoli naturali e scorci pittorici che al tramonto diventano ancora più suggestive. Ricordo di una nevicata eccezionale avvenuta in un lontano mese di agosto: gli abitanti di Pusiano organizzano ogni anno una festa di luci dedicata alla Madonna della neve.

Lasciate le calme acque dei laghi riprendo il mio cammino fra le colline della Brianza ed acquisto più forza e vigore che un tempo consentivano all’uomo di azionare le sue fabbriche e i suoi mulini spesso ricevendo in cambio inquinamento e rifiuti che ancora oggi pazientemente accolgo in attesa di tempi migliori.

Proseguendo il percorso attraverso il Parco della Valle del Lambro so offrire anche nella stagione più fredda scorci suggestivi e nell’antico Borgo di Agliate, ai piedi della sua Basilica Romanica assisto ogni anno alla bellissima rappresentazione del presepe vivente.

Altri paesi e piccole cittadine sorte vicino al mio letto mi accompagnano fino a Monza che mi accoglie con il suo grande Parco della Villa Reale e che attraverso il suo centro storico ove ogni anno rivive la leggenda di S.Gerardo che in uno dei miei periodi di piena attraversò le mie acque stendendovi sopra il suo mantello per portare viveri e conforto agli ammalati isolati nell’ospedale posto sull’altra riva.

A volte le piogge particolarmente abbondanti che ricevo lungo il percorso colmano il mio  letto troppo limitato dalle opere umane. Le acque inondano città e campagne provocando lutti e danni. Le opere dell’uomo sono altre volte invece di grande sollievo per la mia salute depurandomi e restituendomi la mia linfa vitale.

Attraversando a fatica la zona più industrializzata mi ritrovo nel Parco che ha preso il mio nome e sbocco nelle fertili campagne a sud di Milano ricche di tradizioni e vita contadina.

Le colline di San Colombano con i suoi dorati vigneti ed i preziosi tesori delle sue cantine mi accompagnano verso l’ultima parte del mio viaggio. Il mio aspetto è ora veramente quello di un grande fiume e tra pioppeti e campagne vado con non poca soggezione al mio incontro con il Po.”

Commento a cura di Emilio Menin